ABBIGLIAMENTO MASCHILE
Nell’800 il modo di vestire dell’uomo, protagonista della vita di tutti i giorni, divenne sempre più pratico riflettendone questa sua condizione; gli abiti divennero sempre più “seri” nelle stoffe e nei colori, dando origine a vestiti più semplificati e severi rispetto a quelli che avevano caratterizzato il Settecento. Elementi che caratterizzavano l’abbigliamento maschile dell’800 erano: la camicia, la cravatta, il panciotto, la giacca ed i calzoni. La camicia all’inizio dell’800 era ornata, come nel ‘700, dallo jabot cioè un volant di pizzo arricchito da piccolissime pieghette ‘a carta da musica’ che dal collo abbelliva tutto il petto.

Con la progressiva scomparsa dello jabot le camicie furono chiuse in corrispondenza del colletto dalla cravatta che inizialmente era costituita da una lunga fascia di lino bianco che veniva annodata sul davanti dopo averla avvolta attorno al collo. I nodi della cravatta subirono un’evoluzione nel corso del XIX secolo che gradualmente la portarono verso forme più simili a quelle attuali. Nel periodo romantico al nodo della cravatta era tenuto in grande considerazione: saper annodare correttamente questo accessorio era considerato una vera e propria arte, tanto che nel 1828 fu pubblicato un testo, intitolato L’arte di annodare la cravatta. In questo volume venivano insegnati trentadue modi diversi di annodare la cravatta, accompagnati da illustrazioni. Il nodo era di tale importanza che non appena un uomo faceva il suo ingresso in un circolo, gli sguardi si fissavano solo ed esclusivamente alla cravatta il cui nodo veniva attentamente esaminato ed eventualmente criticato: da esso dipendeva addirittura l’ammissione o l’esclusione dal circolo.
Dopo una breve riapparizione dei calzoni alle ginocchia (culottes), che sopravvissero ancora per un certo periodo, si affermarono prima i calzoni lunghi stretti alle caviglie, mantenuti aderenti grazie alla presenza di staffe che passavano sotto la suola delle scarpe, poi sostituiti dai calzoni a taglio tubolare. Il panciotto fu un altro elemento caratteristico dell’abbigliamento maschile di tutto il XIX secolo, recuperato dopo la parentesi della Rivoluzione francese, che lo aveva abbandonato. Originariamente realizzato con tessuti ricercati e preziosi come il damasco o il broccato, poi bianco ed infine, al termine del secolo, confezionato con la stessa stoffa della giacca e dei pantaloni, in loro abbinamento. Grande importanza era riservata agli accessori: all’orologio da taschino, al cappello ed al bastone da passeggio. Questi oggetti, come gli abiti, subirono nel corso del XIX secolo un’evoluzione che li portò progressivamente verso forme più vicine a quelle attuali.
L’orologio da taschino era un oggetto che ad un uomo dell’Ottocento non poteva mancare, simbolo di eleganza era portato al taschino del panciotto ed assicurato mediante una catenella inserita nella prima asola dello stesso. Per i ricchi l’ orologio da taschino era realizzato in oro mentre per i meno abbienti era in argento. Il cappello agli inizi dell’Ottocento riprendeva il bicorno o cappello «alla napoleonica» in uso nel Settecento. Successivamente fu sostituito dal predecessore del cilindro, con corpo rastremato verso la cupola e poi dal cilindro vero e proprio. Negli anni ’30 il francese Gibus inventò un cilindro con molle al suo interno che permettevano di schiacciarlo e portarlo agevolmente sotto il braccio; negli anni ’60 in Italia un cappellaio, prendendo spunto da un avvenimento di cronaca, creò la Lobbia. Questo cappello presentava una piega in corrispondenza della cupola e riprendeva la forma del cappello indossato dal deputato Cristiano Lobbia il quale, al termine di un’aggressione subita, si ritrovò con il cappello schiacciato in corrispondenza della parte superiore. Alla fine del secolo comparve la paglietta, ossia il cappello di paglia e con il nuovo secolo si andò verso l’abbandono dei copricapi che caddero in disuso.
Il bastone da passeggio comparve dopo il primo decennio dell’Ottocento poiché inizialmente fu ripresa l’abitudine settecentesca di portare con sé una spada, utilizzata non solo come accessorio ma anche come strumento da difesa. Successivamente lo stocco fu celato all’interno della canna dei «bastoni animati», i primi bastoni da passeggio che divennero il nuovo ed inseparabile accessorio dell’uomo. Successivamente le canne dei bastoni furono realizzate in legno pregiato, le impugnature furono cesellate e realizzate in oro, argento o pietre preziose. Nel XX secolo l’abbigliamento maschile rimase pressoché invariato; la moda si mantenne ancora legata all’Inghilterra e i capi fondamentali rimasero giacca, pantaloni, gilet e cravatta. Come nel passato grande importanza era riservata agli accessori: alla cravatta che poteva essere annodata a farfalla, come oggi e fermata da una spilla. Nel 1900 i pantaloni furono caratterizzati dal risvolto all’orlo, caratteristica ripresa dalla moda inglese. Tale usanza nacque in seguito ad un episodio banale: l’allora re d’Inghilterra Edoardo VII, presente in un campo da caccia fangoso, si rimboccò l’orlo dei pantaloni per non insudiciarli. Gli uomini inglesi in breve tempo utilizzarono questo accorgimento tanto che i sarti confezionarono i pantaloni in questo modo.